Bali: l’isola vista con i nostri occhi

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Questa non è una guida su Bali. Questo non è un elenco di cose da fare a Bali (Quelle la trovate qui. cosa vedere a Bali in 2 settimane) Questo articolo è la nostra Bali. Questo articolo è la Bali in quanto nostra prima meta asiatica. Questo articolo è la Bali in quanto prima esperienza dall’altra parte del mondo, sotto l’equatore, a testa in giù. Questo articolo è noi…a Bali.

Andiamo con ordine:

Novembre 2018 – la prenotazione: Bali!

Il tutto è iniziato circa 6 mesi fa. L’intento era quello di sfruttare le offerte del Black Friday per prenotare un volo discretamente costoso ad un prezzo quantomai modico. MISSIONE FALLITA. Prenotando al black friday abbiamo pagato circa 200 euro in più di quanto avremmo pagato una settimana prima. Disperazione, sgomento, frustrazione….giubilo. Nonostante questo passo falso, avevamo prenotato.

Fino a quel momento non eravamo mai usciti dai confini europei. Il volo più lungo mai fatto era durato 4 ore e 30 minuti. Questo sarebbe stato, almeno almeno 6 volte più lungo. Eravamo euforici…ma doveva passare ancora molto tempo…Bali, comunque, ci stava aspettando.

Primavera 2019 – i preparativi: vaccini, passaporti ecc

Non avendo mai compiuto viaggi del genere eravamo completamente impreparati per quanto concerne assicurazioni, patenti, vaccini, visti, passaporti. Il processo è stato, come molti di voi sapranno, un po’ tedioso, ma non starò qui a tediarvi descrivendovelo. Quindi andiamo avanti

22 Aprile 2019 – la partenza: Bali, arriviamo!

Con le uova di Pasqua ancora sulle mensole e dopo aver consegnato Rufy (ndr. il nostro gatto) ad una signora un po’ particolare, si parte.L’aereo aveva i fiiiiilm! Col cavolo che dormiremo!!!! Nottata di festa…e invece…zzz.

23 Aprile 2019 – lo shock

Inutile negarlo. L’arrivo è stato uno shock. Ci trovavamo dall’altra parte del mondo, nell’emisfero australe e, ciò nonostante, l’acqua del water non ruotava nel senso opposto! Inconcepibile! ? (no, a dire il vero è normale. L’impatto dell’effetto coriolis, che dovrebbe causare la rotazione opposta dell’acqua dello sciacquone, è irrisorio se comparato all’impatto che invece ha, per esempio, la struttura del water stesso, che veicola l’acqua, a seconda della costruzione, in una o nell’altra direzione).

A parte gli scherzi. Lo shock è stato vero: ma causato, in ordine sparso da:

  • Un caldo infernale…”ma non è tanto la temperatura, quanto l’umidità che ti frega”
  • Un traffico infernale
  • Uno scenario post apocalittico puntellato qua e la di statue di pregevole fattura e sgargianti colori

Il terzo punto è stato forse il più straniante per noi. Il caldo ed il traffico sono concetti quantomeno familiari. Ciò che non avevamo mai visto prima, avendo viaggiato esclusivamente in Europa, erano la cultura e lo stile di vita di questi posti.

24 Aprile 2019: la consapevolezza

Esclusi gli hotel, tutto ciò che ci circonda è un posto dove ciò che noi generalmente definiremmo “rudere” viene definito “casa”, dove lamiere accatastate vengono definite “porte” e dove animali palesemente denutriti e abbandonati vengono ritenuti sani. Talvolta è pure impossibile distinguere, non conoscendo la lingua, un macellaio da un negozio di vestiti, tanto sono simili ed in rovina le facciate degli “edifici”.

Vista di una classica via di Bali
Gli edifici di Bali

Non ce lo saremmo aspettato. Conoscevamo Bali dalle foto sognanti di instagram, dalle numerose testimonianze entusiaste di coloro che la visitano o che vi fanno la vita da “nomadi digitali” e di coloro che la definiscono l’isola degli Dei. Non era la Bali dove eravamo arrivati noi. Il nostro primo contatto non è stato con le celebri e turistiche città di Canggu, Seminyak o Ubud, ma con dei villaggi più o meno popolati nel sud.

Inifinity Pool Jungle Fish a Ubud - Bali
Inifinity Pool Jungle Fish a Ubud – Bali

Farà strano forse leggere delle testimonianze così shockate in un blog di viaggi, ma hey, perchè dovremmo mentirvi solo per salvare le apparenze?…che magari poi andate a Bali su nostro consiglio e ci denunziate per falsa testimonianza? Come abbiamo detto, questi siamo noi, a Bali, ed il primo giorno è stato uno shock

Ciò nonostante? Beh, gambe in spalla e pedalare che la scaletta è rigida ma per fortuna strutturata benissimo.

Fine Aprile 2019: l’adattamento

Con l’andare dei giorni iniziavamo a vedere i luoghi da sogno tanto immaginati nei mesi precedenti, iniziavamo a prender pratica con le dinamiche del posto e, soprattutto, ad imparare come guidano i veri duri! Basti pensare che, secondo quanto ci ha detto una delle nostre guide, la patente a Bali si ottiene semplicemente richiedendola in “questura”. No esami, no scuola guida…ecco…diciamo che si vedono i risultati! ?
Beh, comunque, stava iniziando a piacerci…e molto, soprattutto dal punto di vista naturalistico! Le risaie sono un sogno, la giungla uno spettacolo e le cascate un vero e proprio miracolo della natura!

Cascate Sekumpull, nel nord di Bali
Cascate Sekumpull. Un miracolo della natura

Culturalmente la parte da leone è giocata dai templi. Ce ne sono ovunque, grandi, piccoli, pubblici o familiari (ogni famiglia ha il suo tempio). Alcuni sono sfarzosi e ricchi, altri ameni e tranquilli, altri ancora un po’ decadenti e lasciati andare.
Tutto molto bello ma, come dissi ad Elena, nessuno di questi mi ha fatto dire “wow”! A parte il naturale interesse suscitato da costruzioni che ruotano attorno ad una cultura ed una religiosità completamente diversa dalle nostre, non c’è stato un posto che, architettonicamente parlando, alla sola vista, ci ha fatto dire “questo posto è fighissimo!!!”. Forse perchè, in quanto italiani, saremo viziati dalle visioni magnifiche della Basilica di San Pietro, della cattedrale di Santa Maria del Fiore o di Piazza San Marco.

Inizio maggio: da Bali alle Gili

Se c’è una cosa che manca a Bali è il mare. Ci sono alcune spiagge carine, tipo la Padang Padang beach al sud, ma la maggior parte sono spiagge per surfisti con gli addominali scolpiti che, ad oggi, nessuno di noi 2 ha!

Per fortuna, non distante da Bali e ben servite da un sistema di traghetti tanto collaudato quanto all’apparenza inaffidabile (NON LEGGETE le recensioni delle compagnie di trasporto su TripAdvisor, prendereste tanta paura per niente!), ci sono le isole Gili.
Un paradiso in terra. Spiagge bianche, acque cristalline, barriere coralline, tramonti da sogno e totale assenza di automobili. Un posto di totale relax, nel quale ho passato un compleanno stupendo, grazie anche alla serenata (mattinata a dire il vero) che Elena ha chiesto di cantare!

Il paradiso delle Gili
Il paradiso delle Gili

Unica pecca: OCCHIO ALLE SCOTTATURE. Mettete la cremina! Sempre!

Inizio maggio, ma un po’ dopo: Nusa Penida

Una volta ristorati dai 3 giorni di pausa alle Gili eravamo pronti a farne altrettanti a Nusa Penida…sciocchi! Nusa Penida è stupenda e i panorami sono forse i più belli in assoluto. Ma soffrirete nel raggiungerli. Le strade sono dissestate…ma non dissestate tipo una nostra strada di campagna….dissestate come una strada di montagna, che una volta era asfaltata, ma è stata corrosa dall’acqua, vi è franato sopra un meteorite ed è stata invasa da una tormenta di sabbia. Il nostro motorino si era trasformato in una grattugia e mi chiedo ancora come sia stato possibile che, in 3 giorni, non ci abbia mai lasciati a piedi. Visitatela, se volete, ma “lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”.

Kelingking beach. Il paradiso di instagram
Kelingking beach. Il paradiso di instagram

Inizio maggio, ancora dopo: la fine della vacanza

Ormai eravamo abituati. Quelli che una volta ci parevano ruderi, ora erano riconoscibilimente delle case. Tutti quelli che all’inizio ci parevano disagi, ora erano consuetudini, radicate nello stile di vita di persone che, forse non consapevoli di quello che c’è oltre mare, vivono con il sorriso quello che hanno senza chiedere nulla di più, ma dando tutto ciò che possono. Ed è forse proprio questa la cosa più bella che si impara da viaggi del genere. Che in fin dei conti le preoccupazioni di tutti i giorni sono effimere, fugaci, non meritevoli di niente di più che un attimo di attenzione per poi andare avanti, con il sorriso. Perchè, in fin dei conti, se ce la fanno loro a sorridere con quel poco che hanno, possiamo farlo anche noi.

Bonus: l’opulenza di Singapore

E poi, durante uno scalo di 10 ore nel viaggio di ritorno, arriva lei, Singapore: ricca, sfarzosa, potente, moderna a rovinare tutta la favola e le morale del paragrafo precedente. Ma per ora la lasciamo qui, un po’ in disparte, accantonata, perchè così non roviniamo troppo l’atmosfera. Facciamo così. Tornate al paragrafo precedente, rileggete l’ultima frase e poi chiudete! Ciau!

2 risposte

  1. Ragazzi, che dire. Bali è uno di quei posti che sogno di vedere. Ho provato anche io cosa significa la prima volta in paesi del genere. Il caldo soffocante, la cultura totalmente diversa dalla nostra. Il traffico che ingloba. Ma sono viaggi che restano dentro.

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