Giorno 2 Giugno. Festa della repubblica. Un giorno prima della riapertura delle regioni dopo il lockdown. Era finalmente giunto il momento di farlo: visitare il lago di Sorapis. Rimandato da anni ed anni a causa di mal tempo e affollamento, il 2 Giugno sembrava il giorno ideale. Poche persone (nelle intenzioni) e bel tempo. Un solo dilemma ci teneva ancora distanti da lui: come raggiungere il lago di Sorapis?
Le ricerche online danno risultati confusi, alcuni dicono che ci vogliono 2 ore, altri 4, altri addirittura che basta un’ora e mezza! Uno, due, tre, mille sentieri possibili. Partenze dal Passo Tre Croci, partenze da Cortina d’Ampezzo, partenze da Roma Nord. Una confusione assoluta. Ma, ora che ci siamo stati, possiamo dirvelo noi come si raggiunge il lago di Sorapis e risolvere il problema a tutti coloro che si troveranno nella nostra stessa situazione.
Come raggiungere il lago di Sorapis?
Si. esistono due sentieri principali. Il 215 ed il 217. Premessa: noi ne abbiamo percorso solo uno dei due…per un semplice fatto: non abbiamo il dono dell’ubiquità.
Tuttavia, una volta arrivati a destinazione abbiamo avuto modo di confrontarci con diverse persone che ci hanno descritto anche l’altro sentiero e ci hanno permesso di chiarirci finalmente le idee.
Entrambi i sentieri sono fattibili da chiunque abbia capacità deambulatoria, senza alcuna particolare restrizione data dal livello di allenamento. Tuttavia essi presentano diverse peculiarità che vi potranno portare a prediligerne uno anzichè l’altro
Il lago di Sorapis dal sentiero 217
Il sentiero 217 è quello che abbiamo scelto noi…”scelto” è un parolone…diciamo che “ci siamo ritrovati su di esso”.

Esso ha inizio nella località che su Google Maps viene chiamata “Federavecchia”, di fronte a quello che, al tempo in cui siamo stati noi, era il rifugio Cristallo, dove potete agevolmente arrivare in auto. Mi raccomando però, non cercate su google “RifugioCristallo”, perchè vi manderà da tutt’altra parte. Cercate “Federavecchia” oppure, semplicemente, “Lago di Sorapis”. Il luogo che vi verrà indicato è quello di partenza del sentiero 217.

Una volta trovato posto per parcheggiare l’auto, dovrete incamminarvi, per 5 minuti, sul percorso che vi porta alla radura che vi mostriamo qui sotto. Da lì potrete, da quel momento in poi, seguire le indicazioni per il sentiero 217.
Il sentiero si compone di 2 parti principali. La prima, sostanzialmente pianeggiante, si articola all’interno di un bosco. La strada e tutta dritta e per un po’ non vedrete indicazioni del sentiero. Non preoccupatevi. Siete comunque sulla strada giusta!

Dopo circa mezz’oretta arriverete al primo bivio e, seguendo la strada di destra (indicata dalla segnaletica) proseguirete nel secondo tratto del sentiero, quello più lungo e faticoso.
Da quel momento in poi, per un’ora e mezza abbondante, dovrete arrampicarvi (metaforicamente) su un sentiero perennemente in salita nel quale si susseguono decine di scalini naturali più o meno stabili. Se non siete allenati, come del resto non lo eravamo noi, vi capiterà molteplici volte di fermarvi per recuperare il fiato.

Fortunatamente il panorama attorno a voi sarà fantastico. Da un lato avrete una parete di roccia bellissima, dall’altro una serie di cascate davvero scenografiche e alle spalle un panorama incredibile del monte…
A parte la difficoltà e la lunghezza della salita, il sentiero non è assolutamente difficile. Non sono presenti particolari zone esposte, nè tratti attrezzati. Tuttavia valutate bene l’idea di farlo assieme ad un bambino. Probabilmente raggiungerà il lago di Sorapis in lacrime o, nella migliore delle ipotesi, dovrete portarlo in spalle per numerosi tratti.

Le indicazioni ad inizio percorso dichiaravano una durata di 4 ore complessive, tra andata e ritorno. Noi, complici le numerose soste, anche fotografiche, all’andata ci abbiamo impiegato 2 ore e 40 minuti, mentre al ritorno ci abbiamo messo poco meno di 2 ore.
Dislivello percorso: 650 metri!!!!
Abbiamo percorso il sentiero sostanzialmente da soli per tutta la sua lunghezza ma, una volta arrivati al lago, abbiamo trovato una marea di persone che fanno ben capire quale sia il significato di “turismo di massa”. Da dove venivano? Erano arrivate al lago di Sorapis dal sentiero 215.
I due sentieri si incotrano in prossimità del Rifugio Vandelli, aperto dal 20 Giugno al 20 Settembre.

Il sentiero 215
Su questo sentiero, come detto, possiamo darvi molte meno informazioni e, nel caso in cui vi fossero delle inesattezze, vi chiediamo di indicarcele nei commenti per poter fornire a qualunque lettore una documentazione quanto più precisa possibile.
Il sentiero 215 è quello che avevamo selezionato all’inizio come “ideale” per raggiungere il lago Sorapis. E come noi, a giudicare dalla folla che lo ha percorso, moltissime altre persone.

Decisamente più corto del 217, con una pendenza molto minore e con tratti attrezzati sia di scalini in ferro che di cordini metallici, il sentiero 215 si imbocca dal passo Tre Croci. Al passo tre croci è facile arrivare in auto da Cortina d’Ampezzo, percorrendo la strada che porta a Misurina/Auronzo di Cadore. Percorrere il sentiero richiede circa un’ora e mezza e, a differenza del 217, non presenta tratti troppo ripidi, per cui è ideale per persone meno allenate.
Ma, c’è un ma! Il sentiero 215 presenta più tratti esposti rispetto al 217, con zone anche dotate di corda in ferro per assicurarsi di non cadere nel vicino precipizio. Non stiamo parlando di niente di particolarmente pericoloso, visto che il sentiero è ben tenuto ed adeguatamente largo, ma per chi soffre di vertigini forse è più raccomandabile l’altro sentiero.
Anche in questo caso l’arrivo è in corrispondenza del Rifugio Vandelli, dove il sentiero si incontra con il 217
Dislivello: 250 metri
Conclusioni: il lago di Sorapis è comunque una favola

Che decidiate di raggiungerlo affrontando salite che vi tagliano le gambe o, viceversa, che decidiate di farlo attraverso un sentiero più agevole ma un po’ più esposto, rimane il fatto che il lago Sorapis vale ogni singola goccia di sudore che lascerete in quei percorsi. L’acqua del lago è davvero magnifica come in foto. Il suo color turchese non è una leggenda e, nel guardarlo, rimarrete incantati domandandovi come esso sia possibile.

Una meta assolutamente raccomandata per tutti gli appassionati di montagna, fotografia e appassionati del “bello” e tappa obbligata, secondo noi, se decidete di organizzare delle vacanze in montagna. Ovviamente dovrete fare i conti con una folla non indifferente, che ha fatto sentire la sua presenza anche in una giornata come il 2 Giugno 2020, data in cui, presumibilmente, la quantità di persone è stata fortemente limitata dalle restrizioni dovute al Covid-19.
Nel caso in cui decidiate di andarvi nei fine settimana o in periodi di punta, armatevi di pazienza e godetevi comunque il panorama, ritagliandovi un vostro spazietto attorno al lago, magari camminando fino alla sponda opposta dove è presente una vera e propria spiaggia nel quale stendere un telo e godersi lo spettacolo!
Speriamo che questo articolo serva a risolvere ogni dubbio su come raggiungere il lago di Sorapis. Nel caso in cui il Lago di Sorapiss non vi basti, potete dare un’occhiata a questo nostro altro articolo dedicato al Lago di Braies, un’altra perla delle nostre Dolomiti!
7 commenti su “Come raggiungere il lago di Sorapis”
Buona sera volevo complimentarmi con voi per le magnifiche foto e la descrizione del percorso 217 per il lago di Sorapis.
Volevo però chiedervi se il percorso è fattibile con un bambino di 7 anni e un piccolo cagnolino al seguito,e se ci sono sentieri troppo esposti magari con cordino ferrato.
Vi ringrazio anticipatamente e ancora complimenti
Ciao Natascia! Scusaci la tardiva risposta!
Il sentiero, secondo noi, è al limite del fattibile. Un bambino di 7 anni ormai è grandicello, riesce a riconoscere il pericolo, e, si presume, non si lamenti troppo. Tuttavia ci sono delle parti, corte ma frequenti, in cui ci sono sassi alti da “scavallare”. Niente di particolarmente difficile o pericoloso, ma diciamo che per un bambino di 7 anni potrebbe essere pesante.
Zone esposte, con tanto di fune non ci sono, ma alcuni tratti hanno sentieri della larghezza approssimata di poco meno di 2 persone, con il falso bosco poco a fianco. Valuta anche questa cosa, specie per il cagnolino!
Scusaci ancora la tarda risposta! Speriamo di essere stati esaustivi 🙂
Interessante resoconto! Non vi nego che l’unico motivo per cui non ho ancora visitato questo laghetto è proprio la calca di gente che ho letto esserci durante l’estate… ma penso che qualora dovessi farlo forse opterei come voi per il sentiero 217 (esiste anche un’altra combinazione di sentieri per arrivarci, ovvero 213+216, ma presenta dei punti decisamente troppo esposti per i miei gusti), un giusto compromesso tra fatica e bei paesaggi! P.S. Quando ho letto “partenze da Roma Nord” dentro di me ho pensato: “Fantastico, allora non è così lontano da casa mia!” (si fa per dire visto che abito a Roma Est… il lockdown sta iniziando a farmi male!)
Devo fare qualche osservazione. Ammetto che quest’anno non ero particolarmente in forma, per diversi motivi, ma il 217 non lo definirei così semplice! Certo si vede gente in cardigan e scarpette da tennis alla moda ma quando comincia a salire ci sono numerosi passaggi complicati e direi anche difficili, che forse in discesa sono anche più difficili, non lo consiglierei proprio a tutti. Certo, nessun tratto esposto, ma non mi pare certo una passeggiata! Ci ho messo 2:50 in salita e oltre 3 ore per scendere. Ma sono caduto, in discesa, sull’ultimo degli ostacoli (in questo caso di tipo puntuale) e ho rischiato di precipatere, cosa che ho evitato aggrappandomi a un tronchetto a terra. Tra uscire la situazione, valutare i danni (al pronto soccorso di Auronzo 4 punti in un ginocchio e una costosa offesa), riprenersi dalla fifa (me la sono comunque vista brutta!), tornare claudicande a Federevecchia, la tempistica di discesa non è veritiera. Sarà per il botto, freschissimo, che propendo per usare prudenza?
Per la moderazione: chiedo scusa per gli errori di battittura, se volete corregggeteli voi, io non saprei come fare
Salve
Vorrei fare un commento sull’escursione al Sorapis dal passo delle tre croci. Mi riferisco in particolare al sentiero 215 che abbiamo fatto un paio di anni fa. La tempistica più corretta, almeno per gli umani, è di 2 ore all’andata e altrettante, forse poco meno, al ritorno. I tratti tecnici non sono impossibili, ma bisogna non avere paura del vuoto ed essere attrezzati con scarpe da trekking e abbigliamento adeguato. NO SCARPE DA GINNASTICA.
Al ritorno prendemmo un temporale, fortunatamente dopo aver affrontato le parti attrezzate. Prendere fulmini e acqua nei punti con scale e cavi di acciaio potrebbe essere un problema. Il consiglio è di affrontare questa escursione solo con tempo assicurato.
L’escursione lungo il sentiero 213 è più lunga. Direi intorno alle tre ore, ma non la conosco bene.
Il sentiero 213, che poi diventa 216 presenta come maggiore difficoltà il canalino sotto la forcella marcuoira, 100 metri di ascesa non x tutti, da lì fino al lago, un paio di punti esposti con cavo d’acciaio ma niente di particolare, il fatto di essere meno battuto (io non ho trovato nessuno) mi ha permesso di avvistare numerosi camosci e di godermi panorami fantastici in tranquillità. Per il ritorno ho effettuato il 215 sul quale ci sarebbe molto da dire, percorso usato da gente che non ha la minima conoscenza della montagna e che diventa il pericolo principale, gente terrorizzata che rischia di recare danni ad altri.